Il massaggio - Trieste Trasgressiva

Il massaggio - Trieste Trasgressiva

Sono un elettricista quarantenne, alto moro e dal fisico tonico sportivo. Sono sposato e lavoro da molto tempo per una grossa azienda del mio paese. Nel mio lavoro le trasferte vengono chieste di frequente ma ormai da qualche tempo mi sono accordato con la direzione di prediligere i colleghi più giovani e di lasciarmi le commissioni in zona; preferisco rincasare ogni sera per godermi la famiglia. Ciò non toglie che in caso di estrema necessità, sia disponibile a trascorrere qualche notte fuori casa.
Per una serie di motivi eravamo in ritardo con gli impianti in grande centro commerciale della periferia di Milano e per non rischiare sanzioni, mi chiesero di aiutare i colleghi almeno un paio di giorni. Lo stessero chiesero al mio collega Davide che come me aveva il “privilegio” di rimanere sempre in zona.
Partiamo un giovedì mattino all’alba per essere sul posto intorno alle 8 del mattino. Abbiamo visto il da farsi e ci siamo dati da fare tutto il giorno. Io e Davide lavoriamo spesso assieme e ci siamo sempre trovati molto bene; siamo entrambi veloci e precisi.
Mentre gli altri colleghi intorno alle 17.00 hanno cominciato ad andarsene, noi abbiamo continuato per almeno un’altra oretta per cercare di finire il montaggio di placche e lampade del negozio iniziato nel pomeriggio.
Successivamente, arriviamo in hotel e chiediamo le nostre stanze. Alla reception ci dicono che per un errore era rimasta solo una stanza con letto matrimoniale. Sia io che il collega eravamo piuttosto infastiditi dell’accaduto perché tendenzialmente siamo entrambi molto riservati, ma ormai gli uffici della sede erano chiusi ed i costi sostenuti per un’altro hotel non so se ce li avrebbero rimborsati.
Amaramente accettiamo e ci accingiamo ad andare in camera. Ci facciamo la doccia e andiamo a cena. Parliamo delle nostre famiglie e i nostri figli dei progressi e del loro futuro, come fanno tutti i papà orgogliosi.
Torniamo in stanza e a turno andiamo al bagno per prepararci per la notte. Vado prima io e subito dopo mi stendo a letto e chiamo mia moglie per sapere come stavano andando le cose a casa e raccontarle l’accaduto. Altri pochi minuti di conversazione e poi ci salutiamo dandoci la buonanotte.
Davide torna in stanza ed io mi accingo a riposare girato di lato con lo sguardo verso l’esterno del letto.
Solitamente mi ci vuole un bel po’ per prendere sonno. Sarà passata più o meno mezz’ora e sento il collega muovere la coperta con una strana frequenza. Nel dubbio si stesse masturbando fingo un colpo di tosse.
Davide si ferma il che conferma la mia ipotesi. Dopo un paio di minuti sento che si avvicina, a quel punto mi giro per vedere cosa stesse facendo. Guardandomi, mi chiede se può farmi un massaggio perché quella pratica lo aiuta a rilassarsi; anche lui soffre d’insonnia.
Nonostante la richiesta fosse alquanto strana, accettai di essere massaggiato; d’altro canto a me i massaggi piacciono.
Mi dice di mettermi a pancia in giù al centro del letto con il cuscino sotto al bacino e completamente nudo senza mutande. Scoppio a ridere credendo stesse scherzando. In realtà a tutto c’era una spiegazione; le mutande le avrebbe sporcate di olio e non sapeva se ne avevo altre di pulite con me e tra l’altro potrebbe essere stato un problema spiegarlo a mia moglie, mentre il cuscino sotto al bacino serve ad allungare meglio la schiena.
Un po’ imbarazzato perché pudico, seguo quanto richiesto. Le luci sono spente ma la stanza è ugualmente leggermente illuminata dal chiarore di luna che passa attraverso una larga fessura lasciata tra le tende. Comincia dai piedi e mi accorgo subito della mano esperta che mi fa rilassare e mi toglie un po’ di quel iniziale imbarazzo. Prosegue risalendo le gambe una alla volta. Le mani sono morbide, calde e scivolose. La profumazione dell’olio all’Argan rende l’ambiente confortevole; sembrava di essere in una Spa. Le mani sapienti proseguono sulle natiche e le dita sfiorano punti inesplorati. Non mi sembra molto attento a non toccare parti intime, anzi a volte sembra lo faccia apposta; Massaggiandomi l’interno coscia ha toccato più volte lo scroto provocandomi una leggera erezione. Mi sento molto più rilassato e mi sto godendo il massaggio. Prosegue salendo lungo la schiena e per lavorare meglio si mette a cavalcioni sopra di me. Mentre si porge verso avanti per arrivare a massaggiare la parte alta della schiena sento qualcosa appoggiarsi tra le natiche. Realizzo che Davide è anche lui nudo sopra di me. Mi irrigidisco imbarazzato e l’abile massaggiatore se ne accorge. Mi dice di tornare a tranquillizzarmi di lasciarlo fare e di godere del momento perché potrà essere l’unico. La frase mi perplime, ma effettivamente stavo bene; anche il suo pene teso che scorreva tra le mie natiche mi dava eccitazione e tranquillità. D’un tratto un forte dolore mi avvolge e non riesco trattenerne l’urlo. Con una mossa veloce, decisa e l’abbondante olio, Davide é entrato dentro di me. Ora è fermo in attesa di non so che cosa. Io mi sento stranito e con l’ano dolorante. Sdraiato sopra di me si avvicina all’orecchio e mi dice che tra un attimo il dolore diventa più sopportabile e di provare a concentrarmi a spingere, come se dovessi andare di corpo, se poi il dolore continua si sarebbe fermato. Provo a seguire il consiglio ma non è così facile. Mi concentro ed effettivamente, spingendo il dolore si attenua. Rimango concentrato e Davide comincia a muoversi con calma facendo scorrere avanti ed indietro la sua rigida asta dentro le mie viscere. Le sue mani, prima appoggiate alla schiena, si spostano sul mio petto. Con le dita stuzzica i miei capezzoli. Il dolore atroce iniziale è ormai passato diventando più sopportabile, lasciando anche spazio al piacere. I movimenti di Davide sono più intensi ed il suo respiro diventa ansimante. Anche a me scapa qualche genito di piacere. Davide torna ad appoggiare le mani sulle mia schiena ed il suo bacino si muove con più violenza provocando il classico sciaf sciaf al contatto con il mio sedere. Il mio pene è flacido ma sto godendo come se mi stessi masturbando. Davide con un ultimo gemito di piacere arriva al culmine e mi viene dentro. Si accascia sopra di me con gli ultimi spasmi e gemiti. Mi sento molto confuso; sento chiaramente il su bacino appoggiato alle mie chiappe ed il pulsare del suo pene dentro il mio ano.
Con calma sfila il suo pene dalle mie carni e sento scendere del liquido caldo lungo lo scroto che bagna anche il cuscino. Mi tocco il buchino per capire come sta; lo sento allargato e gonfio.
Su richiesta del collega mi giro a pancia in su, mi divarica leggermente le gambe e si pone tra di esse. Con la bocca si avvicina ai capezzoli, li lecca poi tenendo le sue mani sul mio petto, scende con la lingua verso l’addome arrivando al mio pene che sta prendendo vigore. Scende lateralmente arrivando allo scroto sporco del suo sperma. Lo lecca ed il mio pene diventa di marmo. Sì mette le mie gambe sulle sue spalle e, aiutato dalla posizione data dal cuscino, con la lingua arriva al mio bagnato e dolorante ano. Lecca e succhia provocandomi grande piacere. Torna verso il mio pene e partendo dallo scroto percorre con la lingua tutta l’asta. Arrivato al glande lo bacia e poi si concentra sul frenulo. Sento l’ambiente caldo e umido della sua bocca avvolgere la punta del mio pene. Con calma riesce a mangiarselo tutto facendoselo scivolare in gola. I movimenti regolari e lingua abile mi fanno venire in pochi minuti, ma Davide non si sposta; non spreca nemmeno una goccia ingoiando tutto il mio nettare.
Passato il tempo per riprendere fiato, Davide mi ringrazia per averlo lasciato fare. Mi spiega che sono mesi che non fa sesso con sua moglie, e quello che abbiamo fatto stanotte non lo considera tradimento nei suoi confronti, ma solo divertimento tra colleghi. Sorridendo, mi confida che era tutto il giorno che mi guardava il culo mentre lavoravo sulla scala.
Ovviamente tutto rimarrà tra di noi e nessuno saprà mai nulla. Spero solo che il dolore della penetrazione passi in fretta.
Ci siamo lavati e abbiamo dormito tutta la notte prendendo sonno all’istante.
L’indomani abbiamo terminato i lavori come nulla fosse successo.

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